mercoledì 18 aprile 2012

Nel Settecento


Il carro di Cugnot


Il carro di Cugnot – L’importanza del sistema frenante




Nella seconda metà del Settecento nacquero in Europa le prime macchine a vapore, il cui impiego si diversificò progressivamente nel corso del tempo, in particolare durante il secolo successivo.
Nel 1765 Joseph Nicolas Cugnot, ingegnere francese, cominciò a studiare quello che sarebbe stata la prima automobile della storia, ovvero un “mezzo che si muove da sé”. Dopo quattro anni di progettazione e costruzione, nel 1769, Cugnot termina quello che oggi conosciamo come “Carro di Cugnot”. Era un veicolo a vapore, con tre ruote e un telaio in legno, lungo 7,25 metri, largo 2,19, pesava circa 5 tonnellate. L’unica ruota anteriore era motrice, ma consentiva comunque di sterzare. Il motore consisteva in una caldaia, montata anteriormente, che muoveva due cilindri verticali, aventi una cilindrata totale di 62.000 cm³. Questo "mostro", soprannominato "macchina azionata dal fuoco" procedette lentamente per una dozzina di minuti, raggiungendo una punta di velocita stimata attorno ai 10 km/h; questa pur brevissima esibizione segno l'inizio della storia della motorizzazione: si tratta infatti della prima dimostrazione pratica fornita al mondo da un veicolo "auto-mobile" nel senso letterale del termine, vale a dire che si muove da se tramite una forza non animale, non immagazzinata per mezzo di molle e che non utilizzava gli effetti del vento.  Il primi test portarono dunque ad un successo parziale; Cugnot aveva trovato il modo di muovere il carro, ma non aveva studiato un sistema frenante adeguato al peso del mezzo e durante una delle sue prime prove, finì contro il muro di un edificio. Cugnot continuò a migliorare il carro e ne costruì un nuovo esemplare nel 1771. Questo secondo esemplare, oltre a frenare in caso di necessità, aveva una portata utile di circa 500 kg, 4 posti a sedere e una velocità teorica di più di 4 km/h, unico difetto, bisognava fermarsi ogni 15 minuti per aggiungere acqua e ravvivare il fuoco. Una copia del suo carro è esposta al museo dell’automobile “Carlo Biscaretti di Ruffia” di Torino.
L'esperimento di Cugnot dimostrò ancora una volta una scarsa attenzione prestata alla tecnologia frenate, ereditata forse dalla concezione dei mezzi di trasporto che gli ingegneri ereditarono dai secoli precedenti.

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